E noi lo guarderemo!!

Lo sappiamo tutti che la rete macina ogni cosa, emozioni, storie, banalità e fesserie ( è troppo dire “come nella vita reale”?)  Può diventare una  formidabile macchina di aggregazione sociale o un deserto di automatismi senza senso. A volte mi capita di pensare a come reagiremmo nella  realtà,  se un tizio si avvicinasse e ci dicesse ”vorrei conoscerti” o se uno sconosciuto di fronte a noi  in metropolitana, mentre leggiamo un libro, ci dicesse all’improvviso che anche lui l’ha letto e che bla bla bla…. Nel  primo caso, la risposta la lascio alla fantasia di ciascuno,  nel secondo,  al massimo accenneremmo un freddo sorriso di circostanza e ritorneremmo alla lettura, magari pensando “ma che vuole questo?”

Socializzare in rete è meno impegnativo del vis a vis, per ovvi motivi. Quando si è di fronte, gli uni agli altri,  dobbiamo fare i conti con l’imbarazzo, la poca o molta autostima, l’ansia di non essere capiti, la fastidiosa impressione di non essere ascoltati, la timidezza,  la fretta,  la forma fisica. Non era anche questo il motivo dei “carteggi”?

Molti dicono che in futuro  chatteremo  e scambieremo  commenti in rete, posseduti  tutti da un’isteria collettiva o che finiremo per  comunicare con un  software e  nemmeno  lo sapremo.

Perciò, altro che “ social” network, diventeremo sempre più soli!!?!  Ora, a parte il fatto che  certe solitudini c’erano  anche prima della connessione virtuale e che, nella realtà, quante parole, vuote di alcun senso,  rimbombano nei nostri pensieri ogni momento,   al lavoro, negli uffici, sul tram,  con gli amici, con i  parenti!  si filosofeggia tutti i giorni sull’incomunicabilità dei nostri tempi e noi dovremmo pigliarcela con i social network? E poi  perché il mondo dovrebbe essere migliore senza questo strumento? Gli stessi discorsi si facevano anche per il telefono!  La solitudine è una condizione dell’essere umano, nella quale conta  la sua storia, le sue inclinazioni, le sue scelte,  è “un affare interno” di cui non si può dare la colpa a una macchina. Noi tutti siamo essere pensanti, ci piace tutto ciò che ci fa star bene ed evitiamo, per quanto è possibile, il contrario. Non so,  a me questo labirinto di pensieri  piace. Domani antropologi e sociologi ci spiegheranno perché.

Eugenio Scalfari, anni fà,  intervenendo sull’invasività dei social network,  disse “  navigate su internet, ma non dimenticate di guardare ogni tanto il cielo”

E noi lo guarderemo!


21 responses to “E noi lo guarderemo!!

  • Egle1967

    quanto sono vere e sagge le tue parole….la rete non e’ la causa della solitudine, che c’ e’ sempre stata e va vissuta interiormente ognuno nel modo che gli e’ piu’ consono, e come sempre e’stato di questa solitudine e incapacita’ a comunicare , soffriamo. e allora diventa forae piu’ facile farlo virtualmente, prendendo i nostri spazi , i nostri margini e al contempo riuscire a mostrare a noi stessi la parte piu’ nascosta, quella che chiede ateenzione e una grande energia perche’ possa sopravvivere e dire che ci siamo, cn anima, cuore e quello che possiamo……buona giornata!

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  • miglieruolo

    Immagine eroticissima piena di simboli, lo stesso suggerimento erotico un simbolo, allusione a qualche cosa di differente sulla quale è inevitabile riflettere.
    Costringe alla riflessione l’espressione del viso e la postura del capo, che producono uno strano effetto. Il dominio sullo strumento che diventa ascolto dell’armonia cosmica. Ascolto del creato. L’effetto di presenza-assenza, la superba consapevolezza del gesto, da padrona del mondo, descrive molto bene certi aspetti dell’animo femminile.
    Ho notato nelle donne più volte lo stesso improvviso sorprendente astrarsi dalla realtà, il trasferirsi imemdiato in un altra, frequente molto nelle fortunate che portano un bimbo in grembo. M i sono chiesto cosa ascoltano, quando smettono di ascoltare le insulsaggini del prossimo. A quale dimensione attingano per esprimere tutta quella pienezza dell’essere, quel distinguersi dall’essere pur restando in esso. Ancorate al mondo quando escono dal mondo.
    In un certo senso è un peccato che tu abbia scelto una immagine di tale potenza a corredo del tuo pezzo. Un buon pezzo, coperto però da una rappresentazione (una storia?) tanto potente da oscurarlo.
    L’immagine, di chi è?

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    • iraida2

      Ma sai, l’immagine l’ho scelta per rappresentare il mio atteggiamento nei confronti di questo affascinante labirinto che è il mondo della connessione. Di esso accolgo solo quel che decido sia nel mio sentire, ben lieta, quando occorre, di coprire, con il suono dei miei pensieri, il clamore che da esso proviene . Mi spiace che l’immagine non abbia suggerito le stesse suggestioni che ha trasmesso a me.
      L’immagine è un quadro di Mike Worrall, pittore contemporaneo, famoso per i suoi dipinti onirici e surreali ma strettamente legati alle problematiche esistenziale dell’uomo d’oggi.

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  • ecodelvento

    A volte ho la sensazione che questi luoghi diano aria a cose taciute, altre volte leggere certe cose m’offende…a tutti i modi resto della convinzione che il cielo vada guardato più spesso, fosse solo per confrontarci, per vedere se in noi risiede ancora un po’ di quell’azzurrità. Questo “labirinto” affascina anche me, ma prima di imboccarlo lego sempre una cima della mia mente al suo inizio, perchè poi ci si può anche perdere, sbagliar via o senso…e non è così improbabile, perchè le parole sono droghe nei libri, qui hanno l’aggravante d’essere interattive. La solitudine interiore è la compagna di tutti, quella che non ci fa sentire mai “soli”…e meno male che dentro soli ci si riesce a stare…quello spazio di solitudine è un’oasi che, se non esasperata, produce i più bei frutti.

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  • lois

    È proprio vero, viviamo quotidianamente sempre più delle nostre solitudini e forse il web ci consente di mantenere aperte delle finestre sul mondo per evitare di restare soli del tutto. La solitudine, come dici è un’attitudine umana della quale non potremo farne a meno e mi accorgo oggi piuttosto che ieri, che questo sentimento (forse a partire da una certa età) è sempre più presente e che tutti inevitabilmente cerchiamo di “proteggerci” autoesiliandoci, mettendoci all’angolo “certo” e “sincero” del nostro io. E forse è in questo momento che scatta insieme all’autodifesa una sorta di labile speranza che non ci lascia abbandonare del tutto la realtà che ci circonda e con essa i suoi rapporti …ecco allora che le finestre sul web ci tornano utili e non solo, stranamente, filtrate da un monitor e dai cavi, rispetto a quello che non faremo nella vita reale, spesso ci fidiamo di chi è dall’altra parte. Si creano delle liaisons che nascono da una fiducia a prescindere. Ci “affidiamo” al giudizio degli altri (che non conosciamo e che potrebbero non essere quello che sembrano), cosa che non faremo con il primo arrivato che ci fermerebbe per strada. E allora tra tante finestre, disponiamoci anche con l’animo verso il cielo così alla fine usciremo fuori… a rimirar le stelle.

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  • marionblues

    Si può dire tutto e forse il contrario di tutto.Io so che la rete ha dato la possibilità a me e ad altre persone che conosco di uscire da una solitudine che non era interiore ma fattuale: quella di tante donne che con figli non riescono più ad avere una vita sociale, a causa del poco tempo, dell’isolamento che può nascere anche solo dal vivere in un piccolo paese.Per fortuna che c’è la rete che mi permette di aprire cento finestre e che muove le mie parole oltre l’orrore del “signora mia” all’uscita della scuola, al banco del supermercato o dal parrucchiere.

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  • iraida2

    Vedo che siamo in perfetta sintonia!

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  • m0ra

    La rete porta con sè l’immenso potere della parola scritta. Ci aveva “provato” il telefono, quando entrò nelle case di tutti, a far pensare ad una rivoluzione comunicativa. Gli elenchi telefonici permettevano tante possibilità, anche in modalità anonima. Ricordo che accadeva, ogni tanto, di ricevere una telefonata da sconosciuti che volevano parlare, ma la parola orale è meno “protetta” di quella scritta, la voce ha un pudore che la scrittura non ha; la voce rivela tanto di quello che la parola scritta vuole celare. Non è vero che quando scriviamo siamo nudi, forse con noi stessi, la scrittura copre e il suo senso mi sembra spesso quello di rassicurarci della nostra non-nudità. Detto questo, per me questo è un “luogo” dove sono a mio agio, che mi ha dato modo di contattare persone con cui è stato possibile approfondire e superare, qualche volta, la soglia della virtualità. E’ allora che ho capito se la rete ha attinenza col reale e se, quindi, si è davvero “sentito” l’altro come a volte si tende a credere. Credo che scrivere qui sia, per lo più, un’autoterapia piuttosto che uno strumento di relazione. Ma è il mio punto di vista, ovvio.

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    • Lois

      Qui concordo anche io. La rete, i blog, possono condiderarsi per alcuni una forma di autoterapia. Io in questo ultimi mesi credo di aver trovato tra le pagine del mio e quelle degli altri blog, uno spazio in cui disporre le mie emozioni. Un luogo in cui esprimere le miei insoddisfazioni. Ho scritto di me, un pezzo della mia storia e delle mie insicurezze. Una cosa che difficilmente avrei pensato di fare…eppure nella rete ho pubblicato i miei pensieri più intimi, quasi a volerli depositare in un luogo dove potessero restare.

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    • iraida2

      @ mora Sicuramente “anche” un’autoterapia, senza per forza escludere che in tanti casi è un vero e proprio strumento che crea relazioni, penso a movimenti politici, associazioni di persone con le medesime problematiche che interagiscono, scambiandosi informazioni preziose e che nella vita reale non si sarebbero mai incontrate. Certo è che, di questo potente mezzo, ognuno fa quello che vuole. E va bene così.

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  • spaziocorrente

    Penso che la parola chiave sia “equilibrio”. Così nella vita virtuale, così come in quella reale.
    Come si leggono bene le parole di Scalfari. Nutriamoci pure con emozioni date dalle parole, con condivisioni di dolori o ricordi, ma non dimentichiamoci mai del sussurro o dello sguardo del nostro vicino. A volte è molto più difficile chiedere – come stai -, che scriverlo in un post. Ma se trovi il contatto, nulla è più bello di un caldo abbraccio e di una voce che risponde -io bene e tu?.
    Ciao

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  • Fausto marchetti

    credo che la rete sia anche una grande comodità, gli amici si interpellano e si incontrano quando si vuole e in qualsiasi momento gli si può parlare o stare dietro la porta facendo finta di non essere in casa.
    Ho incontrato fisicamente due amici ” grandi amici” e dopo poco il contatto si è chiuso. Uno di loro mi disse stringendomi la mano: “capisci anche tu che da questo momento cambierà tutto?. ” ed è andata proprio così.

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    • iraida2

      La penso esattamente come l’amico che ti strinse la mano. La connessione virtuale è un canale di comunicazione che ha una sua unicità particolare. Chi risponde a messaggi, notizie, post… ha tutto il tempo per pensare a cosa scrivere, può cancellare, ripensarci, aggiungere, togliere… cosa impossibile nella comunicazione orale che è immediata e perciò spontanea.

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  • iraida2

    @ Fausto Marchetti
    Vorrei aggiungere, poi, che la risposta non è condizionata dalla conoscenza della storia personale, degli orientamenti culturali, sociali, politici di chi ti sta difronte. Tutte queste cose a volte possono influenzare l’espressione di ciò che pensiamo.

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  • cKlimt

    No,
    Considerare questo tipo di mezzo soltanto una forma di autoterapia è estremamente riduttivo.
    Sarebbe come pensare il cielo guardandolo dai fori di una tapparella.
    La bellezza di questa nuova era della comunicazione è la vastità della possibilità di scegliere in che direzione orientare la propria scrittura. A volte in senso intimistico, a volte come fosse una autoanalisi, altre volte come agorà per il confronto su tematiche sociali e civili, altre volte ancora… poter declinare con calma e attenzione la propria sfera emotiva, il catturare attimi e fissarli in una dimensione atemporale.
    Voglio dire che la forma blog e in misura minore, i social network propriamente detti permettono ampia libertà di espressione …qualcosa di sconosciuto in precedenza. L’importante è saperne cogliere la ricchezza e non fossilizzarsi a catalogare l’universo della comunicazione dentro vecchi schematismi
    Un caro saluto e i miei auguri di una Serena Pasqua.
    Carlo

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  • iraida2

    Completamente d’accordo con te!
    Auguri anche a te

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