Passiamo il tempo che ci è dato a scucire e ricucire le nostre vite. Aggiustamenti. Correzioni. Tira qua, taglia lì, facciamo da soli o molto più spesso ci pensano gli altri a imporre, a convincere su ciò che “conviene”. I risultati non sono sempre esaltanti e le toppe sono evidenti come le bugie. Ma quando sei tu a chiederla la correzione, quella finale, perché ormai non sei che i tuoi escrementi, non ti sarà accordata perché è “inaccettabile”. E poi, quando mai hai potuto fare quel che volevi della tua vita? Iraida
agosto 31, 2012
Io e “Le correzioni” di Franzen
Questo articolo è stato inserito il venerdì, 31 agosto 2012 alle 6:25 PM ed etichettato con apparenze, convenzioni sociali, Franzen, Io, Le correzioni, Romanzo, tutti gli articoli e pubblicato in tutti gli articoli. Puoi seguire tutte le risposte a questa voce con il feed RSS 2.0.
19 responses to “Io e “Le correzioni” di Franzen”
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31 agosto 2012 at 7:03 PM
Siamo vittime di compromessi. Ogni volta è una battaglia e come dici bene tu, riusciamo sempre a metterci le toppe, ma quelle, sono ben evidenti e non ci rendono giustizia. Molte volte (forse tutte) dobbiamo soccombere e “limare” le nostre volontà, le nostre scelte… perché anche quando ci illudiamo, non avremo mai fatto quello che avremmo voluto della nostra vita.
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1 settembre 2012 at 11:42 am
Nessuno può sfuggire , tutti dobbiamo fare i conti con condizioni, legami, situazioni, storie che di fatto ci impongono di “correggere” la traettoria del nostro percorso.
Il vero coraggio sta nel riconoscerlo.
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31 agosto 2012 at 7:28 PM
siamo messi maluccia, qui… porca miseria!
e via…!
Si provi un po’ a cambiare, allora, no?
Animo!
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1 settembre 2012 at 11:58 am
Noooo! solo due o tre considerazioni dopo aver letto un libro.
E che sarà mai..??
Ho già iniziato un libro di Man Ray sulla fotografia. E’ il secondo che leggo….Ray non delude mai!
Buona giornata
A proposito di Ray, se ti va, puoi leggere questo mio post di qualche tempo fa https://iraida2.wordpress.com/2012/01/20/fu-strettamente-legata-alla-mia-vita/
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31 agosto 2012 at 8:38 PM
Mumble mumble… quella finale? Non è possible nessuna correzione finale. E’ questa la tragica realtà…
Grazie per queste parole
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1 settembre 2012 at 1:00 PM
Tu credi? eppure è possibile….
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1 settembre 2012 at 5:16 PM
In che senso intendi?
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1 settembre 2012 at 10:21 am
Non dovremmo mai permettere ad altri di imporre il loro concetto di “giusta” modifica al nostro modello di vita, la lotta per la libertà passa anche da qua. Se parliamo di schiavismo, allora il discorso cambia.
Un saluto
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1 settembre 2012 at 1:10 PM
E come non essere d’accordo! ma bisogna anche convenire che regole e convenzioni, di fatto, limitano la nostra libertà d’azione e, soprattutto, la personale ricerca della felicità.
Buona serata a te.
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1 settembre 2012 at 1:17 PM
Credo l’importante sia ogni giorno, forse anche per solo cinque minuti riuscire a fare qualche cosa che ci ci faccia sentire “autori” della nostra vita. Perchè è nostra anche se non sempre ce ne rendiamo conto.
robert
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1 settembre 2012 at 3:50 PM
…l’hai detto! “cinque minuti” 🙂
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1 settembre 2012 at 1:19 PM
Alla fine di una vita penso sempre che non conti più niente dei confini tra ciò che è buono cattivo, sciocco o saggio, genuino o falso. A volte penso che passiamo la vita ad incasellare dati in categorie e che tutto sia inutile e atroce proprio per questa vacuità. Quindi sì, di fronte a una persona che grida una ‘correzione’ definitiva di questo errore di senso che è il dolore di una vita, quando è insopportabile, SI, credo che quel grido vada ascoltato.
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1 settembre 2012 at 4:17 PM
Sì, lo credo anch’io. Chissà perchè la si ritiene più scandalosa di tutte le altre meschinerie di cui è capace l’essere umano!
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1 settembre 2012 at 5:44 PM
@ delloltreuomo. Nel libro di Franzen il vecchio Lambert implora il figlio di apportare la correzione “definitiva” alla sua vita, ormai gli è insopportabile. Lo chiede con le poche forze che gli sono rimaste, ma non sarà ascoltato. E una delle pagine più crude del romanzo.
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1 settembre 2012 at 6:39 PM
io invece, in quei 5′ al giorno di cui si parlava prima, voglio tornare nel limbo dell’infanzia quando dei compromessi non si sapeva ancora l’esistenza 😉
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1 settembre 2012 at 6:48 PM
…la conosci la strada? ti faccio compagnia volentieri! 🙂
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1 settembre 2012 at 6:49 PM
la sto cercando… appena la trovo ti faccio un fischio 😛
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2 settembre 2012 at 12:47 PM
l’ho trovata! e’ più facile di quanto sembri… fare qualcosa che ci piace veramente tanto, perché quando lo fai ti dimentichi di tutto il mondo intorno e torni un po’ bambino 😉
questa discussione mi ha suggerito questo http://labambinacolpalloncino.wordpress.com/2012/09/02/per-ritornare-bambini-basta-un-libro-magari-il-primo-che-ti-hanno-regalato/
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2 settembre 2012 at 3:44 PM
Il mio primo libro fu un regalo di Natale. Era “I ragazzi della via Paal”. Ricordo che avevo letto un brano tratto da quest’opera, sulla mia antologia della scuola media, mi piacque e chiesi ai miei di comprarmelo. Ancora lo conservo, anche se sulle sue pagine, qua e là, ci sono scarabocchi dei miei figli quand’erano piccoli.
Ma guarda questo post dove ci ha portato!!!
Comunque, grazie, è stato un piacevole andare indietro nel tempo. 🙂
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