Io non sono mai partito da Itaca né ad Itaca sono mai tornato.
Non ho visto Priamo piangere sul corpo del figlio, né odorato
il profumo del legno con cui erano fatte le assi del cavallo
da cui sbucarono a notte i guerrieri che avrebbero distrutto
una città e fondato l’impero di una civiltà. Non ho rubato le armi
di Aiace né mai ho convinto Circe o Calipso a donarmi
per amore il corpo o la giovinezza, l’estasi o l’oblio.
A casa non ho mai avuto Penelope ad attendermi né Telemaco
ha mai cercato il padre che non sono mai stato.
Sono arrivato qui per caso,
qui dove non fioriscono gli ulivi e le mandorle non hanno il sapore
dell’estate e della sete. Ho visto molto, ho visto troppo
o troppo poco. Quanto basta per capire che in quel poco di spazio
che c’è tra un pianeta e le stelle c’è posto per tutto,
e che ogni giorno è felice se vuoi che lo sia;
e pieno di dolore, se non sai farne a meno.
Ora sogno di varcare un giorno le colonne d’Ercole
e d’incontrare, su una montagna bruna che esce dal mare,
un uomo che abbia il mio volto, le mie mani, i miei occhi
e mi dica: eri tu che io aspettavo, eri tu.
Non incontrerò mai quell’uomo, eri tu.
Non incontrerò mai quell’uomo, lo so,
ma a notte, mentre una donna che somiglia a Penelope
mi carezza con una tenerezza che Penelope non ha mai avuto,
sento che quell’uomo, nel buio, mi guarda
e mi parla di un’isola lontana, dove non sono mai stato,
dove non andrò mai perché è tempo ormai
di essere felice, qui, in questa via chiassosa di Manhattan
dove guardando un fast food intuisci
che il tempo è un’invenzione degli dei
che hanno invidia per gli uomini che muoiono.
dal sito http://www.vicoacitillo.it/
*Henry Moonlock è un eteronimo di Emilio Piccolo (Acerra, 13/05/51 – 23/07/2012)
2 ottobre 2012 at 8:22 PM
Non conoscevo… bella scoperta, grazie!
Una buona serata
Roberto
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2 ottobre 2012 at 8:42 PM
Queto poeta è scomparso nel luglio scorso, mio amico e collega, ha diretto fino alla fine un importante sito di poesia, quello in calce alla poesia che ho postato. Di lui ho già scritto qui https://iraida2.wordpress.com/tag/emilio-piccolo/
Buona serata anche a te
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2 ottobre 2012 at 8:53 PM
Grazie…
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2 ottobre 2012 at 8:58 PM
Grazie a te!
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4 ottobre 2012 at 1:17 PM
Quel che conta è dire: io ci sono.
Ciao
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4 ottobre 2012 at 4:30 PM
E certo!
Ciao
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5 ottobre 2012 at 8:28 am
Nemmeno io lo conoscevo e grazie a te lo scopro ora. Quante strade diverse per toccare una scheggia di Bellezza!
Grazie.
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5 ottobre 2012 at 4:45 PM
La poesia di Emilio Piccolo, intensa, sofferta, inesorabile e provocatoria nella narrazione dei suoi contenuti, è tuttavia capace di una tenerezza, a tratti anche ingenua, che punta dritto al cuore.
Veramente un grande.
Grazie a te che ami la poesia!
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6 ottobre 2012 at 11:21 PM
no, neanch’io, che pure abito qualche stanza di Vico Acitillo, che ho conosciuto e apprezzato il padrone di casa, ho mai letto questo brano. credo che sia il pezzo nel quale Emilio Piccolo s’è addentrato più a fondo, la caverna che lui era e la caverna che è stata la sua vita, piena di iridescenze calcaree preziosissime e che davano luce, oltre che alla sua esistenza, anche a quella di chi la sfiorava.
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7 ottobre 2012 at 6:08 PM
Sì, e ci manca!
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