Credo nella vita sotto forma terrestre,
tangibile, vagamente rotonda,
meno sferica ai poli,
dappertutto piena di orizzonti.
Credo nelle nuvole, nello loro pagine
nitidamente scritte
e negli alberi, soprattutto d’autunno.
(Talvolta mi pare d’essere un albero).
Credo nella vita come territudine,
come grazia o disgrazia.
– Il mio desiderio più grande fu quello di nascere,
e ogni volta continua ad aumentare.
Credo nel dubbio agonico di Dio,
vale a dire, credo di non credere
anche se la notte, da solo,
interrogo le pietre,
ma non sono ateo rispetto a nulla,
tranne che alla morte.
Eugenio Montejo(Caracas, 1938 – Valencia, 5 giugno 2008)
(da Territudine, 1978)
10 ottobre 2012 at 8:57 am
Questa foto, tra l’altro, è fantastica!
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10 ottobre 2012 at 4:32 pm
Vero! Vuole rappresentare come l’uomo sia un tutt’uno con la natura ma, al contempo, fa riflettere su quanto si stia sempre più allontanando dai suoi ritmi, dalle sue leggi per vivere in un mondo “artificiale”.
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10 ottobre 2012 at 9:40 am
Leggendola la mia mente ha fatto un parallelo con “valore” di Erri de Luca
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10 ottobre 2012 at 4:36 pm
Sì. Anche se De luca, forse, in “Valore” è più concentrato sull’uomo in relazioni ai suoi simili.
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10 ottobre 2012 at 10:20 am
Che strana, e che bella! Non capisco niente di poesia, ma questa mi farà riflettere. Grazie 🙂
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10 ottobre 2012 at 4:37 pm
Grazie a te, è sempre un piacere rincontrarti!
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10 ottobre 2012 at 1:59 pm
Molto bella, potrebbe essere un credo laico…
E la foto è bellissima
Ciao Iraida
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10 ottobre 2012 at 4:39 pm
Potrebbe davvero. Sì, la foto è proprio bella.
Un caro saluto a te.
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10 ottobre 2012 at 8:32 pm
Territudine che bella parola, proprio oggi mi sta bene addosso.
Un saluto
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11 ottobre 2012 at 8:50 am
Sono felice per te! sentirsi in armonia con il mondo esterno è uno stato di grazia.
Buona giornata a te.
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