L’AUTUNNO A PARIGI
Ecco l’autunno di puttane e mendicanti.
Nei parchi gli amanti tremano
come se fosse la notte che venisse
a separare le loro mani intrecciate.
Ecco l’autunno degli esseri senza riparo,
delle foglie gialle che si spagliano
nei freddi viali, ecco il vento
che taglia il giorno come un coltello.
Ecco l’autunno assassino negli incroci,
con il suo lento avanzare e la nebbia
che uccide vecchi e cani annoiati.
Ecco l’autunno finale che chiude tutto.
Dopo verrà la morte, e il labbro muto
porterà via, in segreto, le stagioni.
Lêdo Ivo Maceió, Alagoas, Brasile 1924
Da Illuminazioni trad. Lucia de Oliveira.
11 novembre 2012 at 2:23 PM
…e poi, che foto stupenda!
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11 novembre 2012 at 3:59 PM
Vero! 🙂
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12 novembre 2012 at 9:17 PM
Sembra di sentirlo sulla pelle… questo autunno.
Bello
Roberto
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13 novembre 2012 at 4:16 PM
E’ vero. I versi, le parole, evocano sensazioni che appartengono alla sfera fisica: senti il freddo tagliente del vento che spariglia le foglie, vedi la nebbia che inghiotte uomini e animali….
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13 novembre 2012 at 4:43 PM
Lo percepisco al massimo tutte le mattine all’alba quando esco per andare a correre. C’è una piccola stele multimammia, coperta dagli umori notturni e dalle foglie bagnate portate dal vento, alla quale indirizzo sempre un saluto. Dà in effetti l’impressione di essere inghiottita dalla nebbia.
una buona serata Iraida
Roberto
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13 novembre 2012 at 4:46 PM
Anche a te, caro Roberto.
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13 novembre 2012 at 4:45 PM
Non capisco perchè mi ha dato anonimo…
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13 novembre 2012 at 4:47 PM
Misteri della rete!! e poi chissà, si parlava di nebbie e paesaggi spettrali!! 🙂
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21 novembre 2012 at 12:19 am
Controvento, e controcorrente davvero, tutti amano l’autunno coi suoi colori il mosto gli storni eccetera! Vado a vedere chi è questo Ledo Ivo
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21 novembre 2012 at 5:21 PM
Merita!!!!
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22 novembre 2012 at 5:24 PM
Che bella foto, che belle parole, che bella stagione…
robert
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22 novembre 2012 at 5:31 PM
E’ vero, le parole del poeta rendono tutta l’idea di una stagione che evoca disfacimento e decadenza…
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