Particelle elementari.

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A volte penso che siamo diventati come le foglie di Stevens, incapaci di trascendere noi stessi.
E’ sempre più difficile immaginarci parte di un tutto e ogni grido “riguarda qualcun altro” e alla fine “non riguarda più nessuno” Iraida.

Il corso di un particolare

Oggi le foglie gridano. Pendono dai rami che il vento agita.
Eppure il nulla dell’inverno si annulla leggermente.
È ancora pieno di ombre gelide e neve modellata.
Le foglie gridano. Ci si ritira, ci si limita a ascoltare.
È un grido assorto e riguarda qualcun altro.
Ma per quanto si dica che uno è parte di tutto
c’è un conflitto implicito, c’è una resistenza;
essere parte è uno sforzo che declina:
si sente la vita di ciò che dà la vita così com’è.
Le foglie gridano. Non è un grido
di attenzione divina, il fumo di eroi tronfi o un grido umano.
È il grido di foglie che non trascendono se stesse
In assenza di immaginazione, senza significare più di ciò che sono
nell’ultima percezione dell’udito, nella cosa stessa,
finché il grido, alla fine, non riguarda più nessuno.

Wallace Stevens
(Reading, 2 ottobre 1879 – Hartford, 2 agosto 1955)

Da The Auroras of Autumn 1950.


6 responses to “Particelle elementari.

  • occultoantonio

    naufraghi in un mare senza vita.

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  • icalamari

    Però, a dire il vero, io conosco un certo numero (non piccolo, né grande, non ancora sufficiente a salvare il mondo -a meno che a questo numero non unisca un altro certo numero, anche solo di gregari o comprimari, o simpatizzanti- ma incoraggiante) di persone che invece, a sorpresa, anche per loro stessi, ad un certo punto della propria vita (ognuno ha il proprio punto, ok, ok…) si scoprono capaci di farlo, quello sforzo. Spesso chi li traina sono i bambini, ascoltiamo i bambini. Loro ci possono davvero rendere diversi. Un abbraccio
    f

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    • iraida2

      Non so, ma io trovo che quello “sforzo” oggi non siano in tanti a farlo. Sembra che a nessuno importi più degli altri. Sennò come si spiega che il profitto, il mercato, lo spread sono più importanti di uno che si ammazza perchè ha perso il lavoro? E perchè il sesso del futuro erede al trono inglese fa più notizia dei bambini che ogni giorno muoiono a Damasco sotto le bombe o lungo le coste di Lampedusa?
      Non lo so.. Ma sembra davvero che oggi non sappiamo fare altro che significare solo a noi stessi. Come le foglie, appunto che non sanno e non possono condividere, in un ordine universale, compassione, desideri, pulsioni.
      Iraida

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  • giolic

    …m é proprio per non far diventare la nostra coscienza collettiva totalmente indifferente che dobbiamo continuare a ruggire, come il leone al deserto infuriante..
    “Ciò che nel cuore è passivo, immobile, addormentato crea un deserto, e il deserto può essere curato soltanto dal suo stesso principio parentale, che esprime con un ruggito le sue cure che ridestano alla vita. “ruggisce il leone al deserto infuriante” ha scritto Wallace Stevens..più grande è il nostro deserto, più grande deve essere il nostro furore, e quel furore è amore.Le passioni dell’anima rendono abitabile il deserto. Non abitiamo una grotta di rupi, bensì il cuore che è dentro il leone. Il deserto non è in Africa; è dovunque, quando si è disertato il cuore.” [Come lo zolfo – James Hillman]
    La verità è che siamo parte del Tutto, e ormai ne siamo anche consapevoli, e non possiamo più permetterci di diventare come le foglie..

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  • iraida2

    Come non essere d’accordo. Ma tra ciò che è auspicio e la realtà ci sono fossati pieni di indifferenza.
    Iraida

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