Lunedì è il più crudele dei giorni!

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Lunedì è il più crudele dei giorni. Alle otto e un quarto l’aula è immersa in un insolito silenzio. Sguardi persi nel vuoto. Altri occhi, appuntati e fissi come chiodi, non hanno bisogno di nascondere ciò che vorrebbero dire…ecco, di nuovo imprigionati, interrogati, valutati, etichettati e poi, a seconda dei casi, puniti, premiati, redarguiti, coccolati, colpevolizzati, minacciati…..
Accidenti! Ma perché mi viene da pensare che hanno ragione loro? Annamaria Sessa

In un’aula

Parlando di poesia, spostando le braccia
piene di libri sul tavolino dove le facce
guardano in giù oppure in alto, ascoltando, leggendo
ad alta voce, parlando di consonanti, di elisioni,
intrappolate nel come, ignorando il perché;
guardo il tuo viso, Jude,
né immusonito né remissivo,
opaco nell’obliqua pioggia di polvere sulla tavola:
una presenza come la pietra, se la pietra potesse pensare
Ciò che non posso dire, è me. Per questo sono venuta.

Adrienne Rich
Baltimora, 16 maggio 1929 – Santa Cruz, 27 marzo 2012


12 responses to “Lunedì è il più crudele dei giorni!

  • dafnevisconti

    i punti di vista che si scambiano, e’ importante che accada

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  • germogliare

    Chiedertelo, già questo ti pone in sintonia con loro, sicuramente. L’evoluzione comunicativa dei ragazzi non è di pari passi con quella della scuola, almeno della scuola pubblica. E non entro nel merito dei programmi scolastici ma penso alle strutture, all’organizzazione degli spazi e alla gestione delle materie.
    Loro, oggi, più delle passate generazioni, hanno l’esigenza di sentirsi liberi e creativi, mentre la scuola li obbliga a regole e spazi obsoleti.
    Un abbraccio

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    • iraida2

      @Germogliare Concordo pienamente sull’inadeguatezza di strutture anacronistiche, rispetto ai bisogni formativi delle nuove generazioni. La mia scuola, costruita cinque anni fa, nasce da un progetto che non ha niente di innovativo, rispetto alla scuola media che ho frequentato io, negli anni sessanta.
      Roul Vaneigem scrisse:
      “Una scuola dove la vita si annoia insegna solo la barbarie”
      E non si riferiva solo agli studenti: un insegnante annoiato può fare molti danni!
      Ti abbraccio.

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  • icalamari

    Scusami se trascuro il tuo punto di vista (anche se in questo post, vedo che coincide col mio), ma ne ho tre in casa che ogni mattina, non solo di lunedì, vedo andare a scuola come andassero al macello. E in certi casi, è tale la povertà dell’offerta culturale e dell’umanità stessa dei docenti, che mi domando se a questo punto non ne serva meno della metà di tutto il loro (dei ragazzi) “sacrificio”… Il resto del tempo, a spasso per i campi.
    😉
    Grazie della riflessione

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    • iraida2

      E come non darti ragione! io a scuola mi annoiavo tanto!! e non l’ho mai dimenticato, chi fa il mio lavoro, ti assicuro, che mette in conto questo aspetto.
      Però permettimi di non essere d’accordo con te sulla “povertà” dell’offerta culturale. La scuola oggi si trova a competere con agenzie di informazione certamente più allettanti e consone ai nuovi stili cognitivi dei nostri ragazzi: televisione, internet, social….una marea di dati, immagini, notizie, informazioni, si sovrappongono, si affastellano in ordine sparso.
      Diciamo che la scuola fornisce gli strumenti per fare ordine, discernere e poter leggere criticamente quello che, altrimenti, passerebbe sotto gli occhi e attraverso il cervello, senza lasciare alcuna traccia,o peggio ancora, pregiudicando il normale sviluppo, in una fase di crescita delicatissima.
      Certo non sempre ci si riesce, ma in quale altro lavoro non succede lo stesso?
      Grazie a te!

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      • icalamari

        La mia non è una critica sul ruolo della scuola, solo amarezza per le occasioni sprecate che vedo sfilare sotto il naso dei ragazzi… C’è caso e caso, e sono convinta che tu sia un’ottima insegnante. Tanto altri purtroppo dimostrano il contrario. Buona serata!

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  • labambinacolpalloncino

    sai cosa penso? che la maggior parte dei tuoi alunni saranno felici di avere un’insegnante come te anche di lunedì!

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  • iraida2

    Eh, dovresti vedermi certi giorni….!!!!!!

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  • frammenti

    Forse LA SCUOLA dovrebbe riflettere non tanto su quel che dà, ma su ciò che gli allievi percepiscono e recepiscono del meraviglioso/utile “regalo” loro offerto. La noia e il fallimento, di molti, dipendono, quasi sempre, dal fatto che le buone intenzioni – se ci sono – di chi progetta e programma perdono di vista, in itinere, le aspettative e i bisogni dei destinatari.

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  • iraida2

    Senza dubbio!
    In un commento precedente dicevo, appunto, che noi insegnanti dobbiamo competere con agenzie di informazione, i cui linguaggi sono certamente più vicini ai mutati stili cognitivi delle nuove generazioni: televisione, internet, social. Quello che semplicemente osservavo è che la scuola, essendo un’agenzia di “formazione”e non di informazione, deve insegnare a pensare con la propria testa e per fare ciò, è impegnata continuamente a monitorare il livello di attenzione e l’interesse che riesce a catturare. E’ questo un dato, una variabile, per noi insegnanti, imprescindibile.

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