Mio padre era ferroviere e da piccola mi portava a guardare i treni che passavano nella piccola stazione del mio paese. Non volevo mai tornare a casa.
Da adolescente, mi piaceva sedermi sulla panchina, lungo i binari. Il treno si fermava ed io osservavo un’umanità sconosciuta dietro ai finestrini, ferma, in attesa, col suo bagaglio di inquietudini e di speranze. Davanti ai miei occhi vedevo la vita svolgersi, senza che niente fosse compiuto. Il treno ripartiva verso chissà dove.
All’università, nelle sale d’aspetto della grande città o sui marciapiedi dei binari, non sentivo più il disagio di non sentirmi mai nel “posto giusto”. Ancora oggi, spesso mi chiedo “ma cosa ci faccio qui?”
Con gli anni ho capito. E tutto ciò che di precario e passeggero e indefinito può significare una stazione per molti, per me è l’esatto contrario.
In questa vita, forse scopro la mia più grande aspirazione: essere un passeggero, solo un passeggero.
In quel “nulla di definitivo”, in quella “esistenza sospesa”, dove tutto deve ancora avvenire, mi sento al sicuro. Non ho bisogno di pensare. Devo solo aspettare. E una stazione è l’unico posto dove, se vuoi, riesci a perderti. Puoi lasciarti ingoiare dalla marea di facce, di occhi, di gambe e di braccia tutt’intorno.
Sei invisibile!
Iraida (Annamaria Sessa)
Maggio 29, 2013
29 Maggio 2013 at 7:43 PM
affascinante, si
🙂
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30 Maggio 2013 at 6:01 am
Le estati della mia infanzia e dell’adolescenza le ho praticamente passate nei treni. I miei genitori amavano viaggiare molto, in Italia e all’estero ed io ho appreso da loro che il viaggio è conoscenza, crescita, incontro, potenzialità infinita.
Ed ho continuato, così pure i miei figli.
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29 Maggio 2013 at 8:30 PM
Un pupullare di vita, colori…ma anche tanta umanità
buona serata
.marta
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30 Maggio 2013 at 6:03 am
Come dicevo, il viaggio è un mezzo di conoscenza formidabile, soprattutto di noi stessi.
Buona giornata a te.
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29 Maggio 2013 at 9:48 PM
è un’attesa che ci pone in sospensione, ed è forse proprio quello il fascino, un attendere (speranzoso? fiducioso? o solo attendere e basta!) che ci isola da tutto il resto
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30 Maggio 2013 at 6:04 am
…e ci dispone verso il nuovo.
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30 Maggio 2013 at 3:19 am
anche a me piacciono molto. sei mischiato come in un mazzo di carte.
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30 Maggio 2013 at 5:52 am
Ah ah ah, carina questa del mazzo di carte!!
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17 giugno 2013 at 2:34 PM
una piccola Hugo Cabret 😉
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17 giugno 2013 at 4:22 PM
E chi è?
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17 giugno 2013 at 4:33 PM
Il protagonista di un film di Scorsese che a me è piaciuto molto http://www.mymovies.it/film/2011/hugocabret/
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17 giugno 2013 at 4:56 PM
Grazie del link. 🙂
Appena lo trovo, lo guardo. Mi incuriosisce davvero!
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