“Veniamo da un abisso oscuro; ritorniamo in un abisso oscuro. Lo spazio luminoso che intercorre tra di loro lo chiamiamo vita” N.Kazantzakis


Cammino sul bordo dell’abisso e tremo
due voci dentro di me combattono
La mente:
“Perché perdere noi stessi perseguendo l’impossibile
All’interno del recinto sacro dei nostri cinque sensi, è nostro dovere riconoscere i limiti di uomo”
Ma un’altra voce dentro di me – lo chiamano sesto senso, lo chiamano cuore – resiste e grida:
“No, no, mai riconoscere i limiti dell’uomo
distruggi tutti i confini !
nega qualsiasi cosa i tuoi occhi vedono morire
La morte non esiste”
La mente:
“I miei occhi sono senza speranza e senza illusione
e spaziano su tutte le cose in modo chiaro
La vita è un gioco, uno spettacolo dato dai cinque attori del mio corpo”
Ma il cuore balza su e grida:
“Non ho pesi e contrappesi, non cerco di adattarmi.
Seguo il profondo battito del mio cuore.
Mi chiedo e chiedo di nuovo, battendo il caos:
“Chi pianta noi su questa terra senza chiedere il nostro permesso
Chi ci sradica da questa terra senza chiedere il nostro permesso?”
Io sono un debole, creatura effimera fatta di fango e sogno.
Ma sento tutti i poteri del vorticoso universo dentro di me.
Prima che mi schiaccino, voglio aprire gli occhi per un momento e vederli.
Ho impostato a questo la mia vita, non ha altro scopo.
Voglio trovare una sola giustificazione
che io possa vivere e sopportare questo spettacolo quotidiano terribile
della malattia, della bruttezza, dell’ingiustizia”….

da “Ascetica”
Nikos Kazantzakis. (Iraklion, 1883 – Friburgo, 1957)

Ancora Kazantzakis Qui

Nikos Kazantzakis è il maggior scrittore greco del Novecento.
Autore di romanzi, poesie, testi teatrali e filosofici, ha tradotto
in neogreco l’Iliade e l’Odissea, Platone, la Commedia di Dante,
Il principe di Machiavelli, Nietzsche, Bergson e molto altro ancora.
Ha anche scritto una monumentale prosecuzione dell’Odissea
di Omero, un poema di 33.333 versi, tradotto in cinque
lingue, e di cui è in corso la traduzione in italiano.


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