La poesia non si spiega

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“La lettura [della poesia] è un atto anarchico. L’interpretazione….che pretenda di essere la sola giusta….è sempre un gesto autoritario…”
Hans M. Enzensberger
da “Che noia la poesia” di Hans M. Enzensberger e A. Berardinelli

Faccio fatica ad ammetterlo, insegno da 37 anni ma è così: la scuola uccide la Poesia. Io la penso come Enzensberger: le poesie sono state scritte per essere lette, non studiate. In questo blog, mi sono occupata di questo argomento Qui oppure Qui, citando la poesia di Billy Collins. La vivisezione di una poesia è uno scempio che  ha annoiato ed annoia a morte generazioni intere di studenti. E ciò avviene perchè, quello che dovrebbe essere il momento più importante e cioè il piacere della libera lettura, viene messo in secondo ordine, se non addirittura trascurato, rispetto allo studio disciplinato: biografia dell’autore, analisi strutturale, metrica, sintattica, interpretazione semantica etc etc…
Io credo che, nella lettura di una poesia, nessuno possa togliere a chi legge, la libertà di prendere una frase o una parola che gli piace e scartare tutto il resto, di trarre conclusioni che non erano neppure nella testa dell’autore, di esaltarsi o di annoiarsi…. leggere è un atto “anarchico”
Nel libro che ho citato sopra, c’è una citazione del poeta W.H.Auden che trovo giustissima “Per imparare a leggere bene, l’erudizione vale meno dell’istinto…Il piacere è ben lungi dall’essere una guida critica infallibile: è però la meno ingannevole”.
Iraida (Annamaria Sessa)


22 responses to “La poesia non si spiega

  • passoinindia

    Sono d’accordo con te. Tutte le tue considerazioni valgono per qualunque forma di arte da godere, come anche per la pittura, ad esempio. Ricordo che ai tempi del liceo odiavo la storia perché dovevo ricordare date, fatti, nomi ma nessun insegnante dava una chiave di lettura per capirne il significato, il contesto. Ora, che sono adulta, amo la storia e la leggo e interpreto con criticità. proprio come avrei voluto che fosse allora… Tu che sei insegnante insegna ai tuoi allievi ad amare la poesia per quella che è, oltre ogni tipo di vivisezione su essa; come mi pare che tu stia facendo. Da grandi te ne saranno grati. Un saluto.

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  • massimobotturi

    s’è detto, e scritto, tanto su questo argomento.
    Vorrei solo aggiungere una mia piccola considerazione. La poesia, per come la intendo io, è una delle forme più concrete del dettame della passione, e come tale non può essere incanalata, vivisezionata, snaturata, da una pur colta e motivata analisi. ciò non significa che tutto debba ridursi a puro istinto, ma nenmmeno soppesato in regole e convenzioni che di fatto possono stravolgerne lo spirito originario.

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  • tramedipensieri

    Concordo, concordo e concordo!
    …con ciò che hai scritto tu, massimo e passoinindia…

    (Mi piacerebbe conoscere il parere di poetella…)

    buona serata
    .marta

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  • dafnevisconti

    però a volte una bella spiegazione fa apprezzare meglio una poesia od un’opera..

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  • helios2012

    Se sono poeta o attore non è per scrivere o declamare poesie ma per vivere.Quando recito una poesia si tratta della materializzazione corporea e reale di un essere integrale di poesia.

    Antonin Artaud

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  • Transit

    La poesia innanzitutto si vede. Però a molti sfugge come se la poesia una lepre nella notte scura. Qualcuna riesce a vedere la poesia perché viene investita e allora per non vedere lo scempio e il sangue che macchia la strada si fa finta di non vederla o addirittura non udirla. Eppure la poesia di giorno, alla luce del sole compare come nulla fosse, così su due piedi, anzi di più. Poi ci sono i poeti che cercano di catturare la poesia come il cacciatore nella giungla. La gabbia del poeta è una specie di zoo. I poeti dicon sempre che la poesia è la libertà che vaga nell’aria. I poeti si contraddicono sempre, sono come gli innamorati, e capita anche tradiscono per andare con un altra poesia scritta dopo due ore o sette giorni dopo. Quelli che scrivono poesie e si dicon poeti anche se qualcuno dice di non esserlo, è perché conoscono le parole. Insomma parole pi+ un po’ di tecnica, qualche frase ad effetto e zacchete poesia e poeta tutto ben confezionato. Quegli altri invece, come possono esserlo le nostre mamme e i nostri padri e la stragrande maggioranza delle persone che conosciamo, usano normalmente poche parole nella loro giornata quotidiana. I poeti veri sono come i funghi, spuntano col sole dopo la pioggia, poi muoiono. Insieme alle poesie che non hanno mai scritto;eppure era lì, tutto sotto gli occhi. E delle mani. La faccenda delle mani forse è importante. E’ innanzitutto con la poesia che bisogna sporcarsi le mani. La poesia affonda le sue mani nel fango e gronda di sangue la poesia. Mani che non colgono la poesia per timore di offenderla e ucciderla.
    Finora è stata uccisa, per quanto possiamo testimoniare il contrario.

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  • spaziocorrente

    In una poesia puoi intravedere lo sguardo di chi l’ha scritta, ma mai potrai dire di aver colto con certezza la passione vera che la resa tale. Ciò che la rende speciale è quell’unico moto dell’animo in chi la legge, che sia coinvolgimento, che sia fredda accoglienza.
    Ciao

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  • helios2012

    La poesia non può essere solo una bella evoluzione ad effetto o virtuosismo della parola poetica.

    La poesia, per il mio punto di vista, è altro altrimenti tutti gli insegnanti del bel citare sarebbero poeti certi.

    Stessa cosa vale per le arti visive. Non c’è nulla di certo né per gli storici e critici poiché di un passa parola attraverso i secoli non c’è certezza dato che è stata condizionata dagli usi e costumi dell’epoca in cui un artista o poeta è vissuto. Così come un critico può essere condizionato anche ‘inconsciamente’ dai propri gusti. Quindi spesso è arduo e presuntuoso entrare in merito a ciò che ha mosso un poeta o un artista a creare una determinata poesia o opera. Si può forse valutare ‘ in linea di massima’ un contenuto sotto un profilo stilistico o compositivo, ma questo non può determinare tutto ciò che ha fatto diventare una poesia una ‘vera poesia’ o opera d’arte.

    Più interessante è valutare come uno spettatore o lettore diventi lui stesso ‘operatore’ per sensibilità e condivisione di linguaggio anche emotivo nei confronti di ciò che sta osservando o leggendo.

    Mi scuso per aver fatto uno sbaglio nel digitare una parola nella citazione di Antonin Artaud ( cambia il senso Sorriso )

    ‘’’ Se sono poeta o attore non è per scrivere o declamare poesie ma per viverle. Quando recito una poesia si tratta della materializzazione corporea e reale di un essere integrale di poesia.’’’
    Antonin Artaud

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  • iraida2

    Eh, tu apri un argomento, arte e critica, che richiederebbe una padronanza della materia che io non ho.
    Accontentiamoci di leggere poesie e guardare opere d’arte, sentendo dentro quel senso di appagamento che ci fa stare tanto bene.
    Grazie per l’attenzione.
    Annamaria

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  • lois

    Tutto condivisibile, il tuo post e i commenti dei lettori; condivido soprattutto (come poteva essere ovvio) helios, che mette insieme poesia e arte, dopotutto lo dicevano gli antichi “ut pictura poesis”. L’arte è la poesia non si possono spiegare, rappresentano uno stato d’animo, sono un’altra rappresentazione della realtà, una visione emotiva ed emozionata che nessuna critica ne “vivisezione” potrà mai comprendere del tutto. È solo il tempo e la storia che poi consolideranno dei valori, ed è solo il tempo che riuscirà a selezionare l’Arte e la Poesia. Leopardi o Emily Dickinson, Picasso o Tiziano, si amano per quello che sono e nessuna critica o analisi potrà mai convincerci di qualcosa ch non proviamo a priori; potremo imparare ad apprezzarli, ma le emozioni si devono provare.

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  • iraida2

    Come dicevo a helios, non essendo critici d’arte e neppure critici letterari, noi , che non dobbiamo decidere cosa sia o non sia arte, non abbiamo che da goderci tutto ciò che ci fa stare bene.
    Una bella poesia di Fleur Adcock si conclude con queste parole:
    “Arte è tutto quello che decidi di incorniciare.”
    Un caro saluto

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  • Mara Carlesi

    Per quanto io concordi con te sul fatto che la poesia dovrebbe essere letta, così nuda e cruda, credo anche che vada spiegata, ma non come si spiega un teorema matematico.
    La poesia, soprattutto a scuola, va contestualizzata nel suo insieme, onde dare un apparato culturale agli studenti, così che possano confrontare la poesia, come l’ avevano intuita ad una prima lettura e con le ulteriori chiavi di lettura date dall’ analisi,
    Io odio la parafrasi, per esempio.
    Parafrasare Dante è un atto di tortura, per di più inutile.
    Ma torniamo alla poesia. La bellezza colpisce subito, di solito, ma da dove nasce? Perchè il poeta sceglie quelle parole? Perchè segue o non segue la corrente della sua epoca?
    Sono domande che nascono e che devono trovare una risposta.
    Spero di essere riuscita a sintetizzare il mio pensiero in maniera abbastanza chiara. Altrimenti, perdonatemi!

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  • iraida2

    Chiarissimo, grazie.

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