….come la rosa in quel bicchiere

passing_away_childhood_by_SuzyTheButcher
Tu non li vedrai più quei papaveri
che sono tornati a fiorire fra le messi
sono tornati abbandonati i pesticidi
e le fanno belle come era bella l’infanzia
che correva sulle zampe di grillo col canto
serale quando chiamava la sua bella io li ho visti
andando per campi
quasi a ricercarmi fra odori e colori
la timida viola l’azzurro fiordaliso
sulle prode dei fossi che non disegnano
più verdi diversi in rettangoli regolari
li ho qui tutti fra le mie mani
un mazzo grande per una bambinetta
che abbandonava la bambola bionda
per rincorrere le lucciole di giugno
non ardono più i seminati la via
è ben asfaltata ma le foglie di un gelso
superstite mi dice di morti veloci
di svolte improvvise e al posto del melo
signoreggia una superba magnolia
dove i passeri non possono fare il nido.

Narda Fattori
da “Cambiare stato, morire di natura”

Ho sempre pensato alla poesia come alla forma di conoscenza più profonda e raffinata che possa esserci. La poesia è conoscenza stra-ordinaria, “ulteriore”, direi, di tutto ciò che appartiene alla vita e forse anche di ciò che la trascende. Ogni verso letto, credo sia una “rivelazione”, un dare il nome alle cose, un ri-conoscere….ma non voglio farla lunga.
Da qualche anno, tutto intorno a me, è sempre più incomprensibile, non ho mai patito un senso di inadeguatezza più forte, nei rapporti con gli altri e con la vita. Non sono nemmeno più tanto sicura, guardandomi dentro, se sono me stessa o “qualcun’altra”. E’ così “essere vecchi?” E già che i segnali erano evidenti: il peso intollerante dei ricordi, l’inquietudine scivolata via come pelle di serpente, i ritorni non più possibili, i ponti tagliati o crollati in luoghi ormai sconosciuti, la voce più pacata, il ritmo del cuore più lieve, i verbi più spesso coniugati al trapassato. I verbi sì, arrendersi arretrare rinunciare…..
Poi leggo questa raccolta bellissima e struggente di Narda Fattori. E tutto mi è più chiaro. Trasformarsi a poco a poco, come la farfalla inconsapevole, come la rosa in quel bicchiere, come le foglie della buganvillea rassegnate ai fiori, ogni anno, sempre più prepotenti. Che orribile parola “invecchiare”!
Cambiare stato, morire di natura, che meraviglia!

Annamaria S.


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