Non ci chiedere più forma della vita
di quella che arrivò nelle ore
del tempo in cui crescemmo.
Non c’era più forma nella parola che nella vita
e il resto fu stupore nelle nostre ossa.
o rancore delle pietre
come chi mette su casa
in un territorio straniero.
Tu che poi leggerai, in un altro secolo:
misura i tuoi dèi con i nostri,
sillaba il ruvido silenzio.
Non ci chiedere più forma della vita,
così come in ombre la accettiamo,
come non volemmo evitarla.
Delfi era illeggibile alla telescrivente.
Sconta le perdite, sconta i doni,
non fummo mai infedeli ai morti,
amammo la pietà, l’impossibile armonia.
Vivemmo sul filo delle ore
parola per parola,
tu che leggerai, forse, da un altro mondo:
misura i tuoi dèi con i nostri,
decifra il sogno nella cenere.
Eugenio Montejo
Caracas, 1938 – Valencia, 5 giugno 2008
da Terredad 1978
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