…Dormono a volte nei nostri letti e li proteggiamo
dal dolore come figli che non avremo mai
perché non ci rassegniamo a perderli. E, un giorno, partono, vanno.
Colpevoli, non arrivano a spiegare ciò che li trascina via. Scrivono
delle lettere dopo – una o due per alleggerirsi di questa spada.
E noi rimaniamo, eternamente, senza vergognarci, in attesa che ritornino.
Maria do Rosário Pedreira. Lisbona 1959
da “La casa e l’odore dei libri”.
traduzione Mirella Abriani
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Aspetti i figli
quando ancora non sono nati,
li aspetti all’uscita della scuola,
al ritorno dal loro primo viaggio con gli amici.
Fremi
nell’attesa di una telefonata da chissà dove,
quando sono grandi abbastanza,
per andare a scoprire com’è fatto il mondo.
Aspetti ogni volta
di trovare nelle parole che dicono,
nei gesti che fanno e in fondo ai loro occhi
il sentimento della vita
che gli hai dato insieme al tuo latte
e alla prima aria che hanno respirato
e che speri davvero
abbia insegnato loro
come si fa ad amare…
Annamaria Sessa
16 maggio 2016 at 8:51 pm
Mi piace molto questa poesia e questo tuo pensiero molto vero e materno. Racconta di quel legame che non si interrompe mai, in un prosieguo di attese che si susseguono tra il prevedibile e la sorpresa. Uno spazio che forse solo una madre può concepire e che solo lei potrà gestire anche quando i figli a volte ritardano le attese.
Non basteranno monumenti ne poesie a testimoniare la vostra grandezza.
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16 maggio 2016 at 9:34 pm
Grazie Luigi!!
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22 marzo 2018 at 9:16 pm
molto bella la tua poesia, lo ribloggo su un ilfioreelastella, un blog raccolta di pensieri di madri per i figli e viceversa
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22 marzo 2018 at 9:17 pm
L’ha ribloggato su ilfioreelastella.
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