… il suono che fa il dolore quando
cade attraverso se stesso e non tocca
fondo…(J.H.)
….II braccio distorto insanguinato,
capelli impiastrati di sangue,
braccia annerite di lividi
e arrossate di sangue;
dita della mano sinistra
fratturate e tagliate,
mascella sinistra fratturata,
naso schiacciato e piegato;
orecchie tagliate a metà,
quella sinistra girata,
ferite sulle spalle,
torace, lombi;
profonda lacerazione sulla nuca,
ampio livido sui testicoli,
10 costole e lo sterno rotti,
fegato lacerato, cuore scoppiato.
Avrebbe potuto essere anche qui, in un luogo inesistente, in questo
luogo inesistente
che conosco così bene, questa New York di nulla facente,
facendo nulla, o, anche,
per tutti gli opportunisti, nulla da fare
nei luoghi che riattraverso
solitario, vecchio e
infelice come nella mia adolescenza
per le strade e giù negli scantinati dei club,
quella vita di muscoli rivoltata
come un guanto,
di pustole e orecchie sporche,
ma adesso immensamente più solo
dacchè la produzione di cose è divenuta
una consunzione che tutto consuma, cosicché ora
il nudo segno del dollaro è stampato
su tutto e su tutti
splendendo d’oscurità dagli abissi dell’avidità
dalla quale lui ci mise in guardia con innocenza indifesa
(come tutti da questa parte) paradossalmente indecente,
lui che aveva persino “imparato a far l’amore senza amore
e senza rimorso”….
Jack Hirschman. New York, 13 dicembre 1933
da “L’arcano di Pasolini”
traduzione Raffaella Marzano
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