
Va ai suoi versi come chi va al suo nido.
Penelope non
gli farà mai un pullover e tanto meno
glielo disferà. Lui
non ha esigenze da argivo.
Gli amori di Priamo ed Arisbe
non gli interessano proprio e lo stesso
ascolta cembali e altre
avventure aeree
come un distempo, un disluogo.
La luce delle stelle lo sfiora
per un’aliena coincidenza dell’universo.
Da lui si staccano foglie secche
che egli contempla con stupore.
Sta nudo e trema. Non c’è
giustizia là fuori e lui
va cercando quel che non c’è.
Juan Gelman
Buenos Aires, 3 5 1930 – Città del Messico, 14 1 2014
da “Valer la pena”
traduzione di Laura Branchini
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