Sogno il mio sogno preferito
e la notte non finisce mai.
Gli alberi rivelano il loro alfabeto
e stelle che
parlano dell’infinito
di ogni soffio del vivere.
Costruisco madri passate
con la mano affondata nella notte.
Che bello era il suo angolo
dove echi vaghi la nominavano!
Così, di spalle a me,
fuggiva ad un paese baciato
dalla sua gelida gioventù.
Madre che
cucinavi distanze
nelle pentole del giorno.
Mi parli ancora
dalle crepe del tempo.
Juan Gelman
Buenos Aires, 3 5 1930 – Città del Messico, 14 1 2014
da “Mondessere“
traduzione di Laura Branchini
22 dicembre 2017 at 10:04 pm
Auguri Annamaria, buon Natale 🙂
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23 dicembre 2017 at 7:46 am
Ricambio con tanto affetto!!!
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