Gli amanti
E chi li vede che se ne vanno per la città
se tutti sono ciechi?
Loro si prendono per mano: qualcosa parla
fra le dita, dolci lingue lambiscono
l’umido palmo, corrono per le falangi,
e sopra sta la notte piena d’occhi.
Sono gli amanti, la loro isola fluttua alla deriva
verso morti di cespuglio, verso porti
che fra lenzuola si aprono.
Si disordina tutto attraverso gli amanti,
tutto trova la sua cifra giocata;
loro, però, neppure sanno che
mentre rotolano nell’amara arena
che è loro c’è una pausa nell’opera del nulla,
e che il tigre è un giardino che gioca.
Albeggia nei carri dell’immondizia,
cominciano a uscire i ciechi,
il ministero apre i suoi portoni.
Gli amanti arresi si guardano e si toccano
una volta di più prima di fiutare il giorno.
E già sono vestiti, già se ne vanno per la strada.
Ed è solo allora
quando sono morti, quando sono vestiti,
che la città li recupera ipocrita
e gli impone i doveri quotidiani.
Julio Cortàzar
Bruxelles, 26 agosto 1914 – Parigi, 12 febbraio 1984
….così, per non sentirci assenza
C’è un passare di gente,
di visi in vetrina e sotto i portici
l’arco più basso delle labbra.
Non è l’inverno ad abbottonarla,
mi convinco, se i cappotti
stringono i gesti a farli simili
a un viale senza deviazioni;
sarà la paura di urtarsi
pari al desiderio di urtarsi,
sui marciapiedi un vestirsi a sorriso
che più eccede e più lascia
nudi: così, per non sentirci
assenza o incrocio mancato,
gente a passarsi in mezzo,
in vetrina, a passare, a non conoscersi.
Davide Castiglione, Alessandria 1985
da “Per ogni frazione”
E’ lo sguardo del poeta su una realtà, alquanto senza senso, di un centro cittadino di una qualsiasi metropoli del mondo.
Volti che passano, con la loro inespressività, simili a manichini in vetrina. Una processione di gente che “si attraversa”, che cerca o teme un contatto “.. per non sentirci assenza” ma che continua, senza possibiltà di un incontro “…a passare, a non conoscersi”
Mi fa venire in mente una poesia di Eliot, “Spleen”.
Le immagini sono simili, il poeta descrive le strade, le luci, le facce compiaciute, i cappelli di seta….e poi c’è un’intuizione poetica geniale che immagina la Vita, quella vera, che osserva e aspetta “cappello e guanti in mano” di essere vissuta, al di fuori delle convenzioni, al di là di tutte le vacuità di cui è capace l’essere umano.
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5 commenti | Tag: alterità, Davide Castiglione, Julio Cortazar, Poesie commentate, poeti italiani, solitudine, Speen, T.S.Eliot | Pubblicato in: tutti gli articoli