
Tu sai che la poesia deve essere così com’è,
come l’albero che è secco e poi fa frutti,
che non significa niente,
che scriverla o leggerla sono la stessa cosa.
Insomma, uno si prova, in un modo o nell’altro,
a tracciare una retta di luce
tra due anonimi e intercambiabili mucchi di escrementi.
La poesia è respirare:
si prende l’aria da fuori e fuori la si butta.
Ossido di carbonio più anidride carbonica.
Sai che qui pochi sanno che cos’è una poesia,
pochi sanno che cos’è un poeta,
e tutti sono convinti
che il posto migliore per un libro è la biblioteca.
Quanto ai poeti, lo sai, ne farebbero a meno tutti.
E … quando quelli che ho amati sono tutti qui,
dentro di me,
polpa e buccia una sull’altra,
penso al tuo disincanto
come alla casa dell’infanzia dove ci abitano altri
e nulla più conserva dei nostri gridi
e dei nostri pianti,
ma a te non importa
lentamente vivere e lentamente appassire
ma i poeti, Beatrice, esistono
proprio perché troppi ne farebbero a meno.
Luther Blissett, eteronimo di Emilio Piccolo
Acerra 13 5 1951 – Acerra 23 7 2012
da “Beatrice. My heart is full of troubles”
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