Gli amanti
Siamo distesi l’uno accanto
all’altro da migliaia di anni.
Ci uniamo come getti di rami
perché unisca
un gelame vivo.
Aggrappati l’uno all’altro
come quegli amanti del
neolitico trovati intorno a Mantova,
che si abbracciano stretti
nella fossa attorniata da un
manto di pietra,
nella terra come in un letto
quando un raggio apre la stanza dalla finestra
Le nostre labbra in una
vescica d’aria.
In una fenditura che compare
nella lastra di ghiaccio del tempo.
Moriranno i nostri dei.
Si spezzeranno le catene di
cause avviate dai nostri pensieri, dalle nostre azioni.
Cesseranno di esistere tutte
le nostre opere.
Finiranno le parole e tornerà
il silenzio.
Il silenzio parlerà
ininterrottamente.
Siamo
un vuoto che ha bisogno di una
forma per apparire.
I nostri occhi, liberati dalla
morte, diventeranno un sole, brilleranno.
I nostri respiri, liberati
dalla morte, diventeranno vento.
Marzanna Bogumila Kielar, nata a Gołdapia in Polonia nel 1963
Alle porte di Mantova, nel 2007, nel sito archeologico di Valdaro, vengono ritrovati due scheletri risalenti al neolitico. Una singolare sepoltura frontale e intrecciata di un giovane maschio e una giovane donna.
A loro è ispirata la poesia di Marzanna Bogumila Kielar, poetessa contemporanea polacca.
Mattino
Svegliarti all’alba: col peso delle dita assonnate
prima che suoni la sveglia
prima del viaggio
prima che le sale d’attesa della stazione, i binari
prendano possesso di noi
avvolgendoci con l’involucro di metallo
con il freddo.
La luce sta appena montando le sue installazioni
estrae dal buio i vestiti ripiegati, i libri
e sale l’alba costiera riversa sul davanzale interno…….
Marzanna Bogumila Kielar, nata a Gołdapia in Polonia nel 1963
La seconda parte della poesia, introvabile nella traduzione completa, dice più o meno quanto segue.
Non ha una cronologia precisa il tempo del risveglio. La memoria, come una scatola nera trovata nelle secche della notte, manda flash di oggetti e gesti consueti: gli abiti da indossare, le cose, un orecchino al lobo, il modo di allacciare un cinturino al polso, una pasticca mandata giù…..
Nella penombra poi, finalmente, ci ri-conosciamo.
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