
Novembre pende dalle finestre,
si stira e si congela. Le nuvole grigie di neve
si schiantano sui tetti.
La neve è bianca come la pelle dei conigli spellati.
I conigli appena nati non possono illuminare
una tana. Radici
trasparenti, resti d’ombra e di legumi,
e un odore amaro e selvaggio e così antico
come l’istinto di sopravvivenza.
Novembre affonda come il piede di una ballerina
nel centro dell’aria, s’impenna, gira,
ulula, è un anziano, una barba piena di api,
un agnellino che pascola per le colline levigate.
Novembre è una veglia bianca
inclinata come una ragazza prima di lanciarsi
da un trampolino sul bordo del mare.
Quasi scosceso, quasi gru e quasi ombra di gru
sui bambini che scivolano sull’erba.
Il mondo è freddo e non ho figli né moglie né familiari.
Sussisto possedendo il nulla.
La mia casa è il desiderio.
Jorge Galán, eteronimo di George Alexander Portillo.
San Salvador (El Salvador) 1973
da “Mezzanotte del mondo”
traduzione di Alessio Brandolini
E’ così bello il primo verso di questa poesia, davvero, il verso perfetto dove, per un istante, ti pare di cogliere il battito della terra, i suoi ritmi, le sue stagioni. Mai diresti che è parte di una raccolta poetica che racconta il buio che cala su una terra, El Salvador, devastata dall’ingiustizia e dal terrore, il canto di dolore di un paese insanguinato da una guerra civile durata dodici anni, alla fine della quale i più elementari diritti umani vengono cancellati in un crescendo di mattanze sanguinose. E il poeta ricorda “l’interminabile notte di novembre”* densa di urla, sofferenza, dolore che sempre hanno un sapore antico, come quello dell’istinto di sopravvivenza.
*(la notte del 16 novembre 1989 ci fu, all’interno dell’Università cattolica, il massacro di sei frati gesuiti e due loro collaboratrici da parte dei militari del regime di Duarte)
Nell’immagine, un dipinto ( Mezzanotte nel mondo) dell’argentino Antonio Berni (1905- 1981). Le sue opere vanno dal surrealismo al “realismo socialista” degli anni 30. Esprime, così, la denuncia sociale, utilizzando varie tecniche e materiali propri della pop art.
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Novembre pende dalle finestre
Novembre pende dalle finestre,
si stira e si congela. Le nuvole grigie di neve
si schiantano sui tetti.
La neve è bianca come la pelle dei conigli spellati.
I conigli appena nati non possono illuminare
una tana. Radici
trasparenti, resti d’ombra e di legumi,
e un odore amaro e selvaggio e così antico
come l’istinto di sopravvivenza.
Novembre affonda come il piede di una ballerina
nel centro dell’aria, s’impenna, gira,
ulula, è un anziano, una barba piena di api,
un agnellino che pascola per le colline levigate.
Novembre è una veglia bianca
inclinata come una ragazza prima di lanciarsi
da un trampolino sul bordo del mare.
Quasi scosceso, quasi gru e quasi ombra di gru
sui bambini che scivolano sull’erba.
Il mondo è freddo e non ho figli né moglie né familiari.
Sussisto possedendo il nulla.
La mia casa è il desiderio.
Jorge Galán, eteronimo di George Alexander Portillo.
San Salvador (El Salvador) 1973
da “Mezzanotte del mondo”
traduzione di Alessio Brandolini
E’ così bello il primo verso di questa poesia, davvero, il verso perfetto dove, per un istante, ti pare di cogliere il battito della terra, i suoi ritmi, le sue stagioni. Mai diresti che è parte di una raccolta poetica che racconta il buio che cala su una terra, El Salvador, devastata dall’ingiustizia e dal terrore, il canto di dolore di un paese insanguinato da una guerra civile durata dodici anni, alla fine della quale i più elementari diritti umani vengono cancellati in un crescendo di mattanze sanguinose. E il poeta ricorda “l’interminabile notte di novembre”* densa di urla, sofferenza, dolore che sempre hanno un sapore antico, come quello dell’istinto di sopravvivenza.
*(la notte del 16 novembre 1989 ci fu, all’interno dell’Università cattolica, il massacro di sei frati gesuiti e due loro collaboratrici da parte dei militari del regime di Duarte)
Nell’immagine, un dipinto ( Mezzanotte nel mondo) dell’argentino Antonio Berni (1905- 1981). Le sue opere vanno dal surrealismo al “realismo socialista” degli anni 30. Esprime, così, la denuncia sociale, utilizzando varie tecniche e materiali propri della pop art.
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Lascia un commento | Tag: Antonio Berni, Jorge Galán, pittura, Poesie commentate, poeti salvadoregni, realismo socialista | Pubblicato in: tutti gli articoli