Jeoff Dyer dice che chiunque scatti una fotografia, ferma il tempo e, in un istante, ci racconta storie che tuttavia vivono oltre l’immagine. Il tempo, perciò, si dilata, diventa infinito : un infinito istante. Questo lato, quasi letterario, della fotografia mi ha sempre affascinato
Quella nella foto in alto è la prima macchina fotografica di mio padre, una Coronet Deluxe del 1933. La comprò durante la guerra da un inglese e la portò con sé in Africa.
Là fece più di un centinaio di foto bellissime che da sempre ha custodito gelosamente in una grande borsa marrone. Ho qui, davanti ai miei occhi adesso, le immagini in bianco e nero di hangars e di un’interminabile serie di mono e biplani. Ma quelle che preferivo, fin da bambina, erano le foto degli accampamenti dei nomadi nel deserto, i cammelli,
le dune altissime, quella gente tanto diversa da me che mi metteva quasi paura,
poi però papà mi mostrava le immagini di lui insieme a loro attorno al fuoco, a bere tè caldo senza zucchero, e questo un po’ mi rassicurava .
Oggi mio padre non c’è più, quegli scatti rimandano alla mia mente immagini di lui, giovane, forte, bellissimo. Una fotografia, in fin dei conti, rende presente non solo quello che l’obiettivo rappresenta ma anche chi c’è dietro l’obiettivo e questo ha qualcosa di misterioso. Ho sotto gli occhi la fotografia di un gruppo di donne berbere che trasportano acqua e penso: i miei occhi guardano adesso quell’attimo decisivo e irripetibile che i suoi occhi hanno guardato e scelto di fissare per sempre settant’anni fà : che magìa!
29 novembre 2011 at 9:02 PM
Mio marito non sarebbe concorde con Dyer Jeoff , ma innegabilmente il fascino di alcuni scatti vincono il tempo e lo spazio.
Mi capitò, in passato, di pubblicare un paio di foto di inizi del 1900, ma eran meno fascinose, forse, di queste che citi.
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30 novembre 2011 at 5:01 PM
Non c’è dubbio, è questione di gusti.
Ciao!
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7 dicembre 2011 at 4:24 PM
io invece concordio in pieno su un concetto: l’essenza della fotografia è magia. E’ mistero. E’ il groviglio di sensazioni che innesca una immagine sui dapprima nostri sensi e poi dentro quella “camera oscura” che è la nostra stessa psicologia.
Subisco il fascino della fotografia pùr aspirando da anni ad essere io a governarla. Ma non c’è nulla da fare è lei che comanda e mi sorprende continuamente
Subisco inoltre il fascino delle vecchie immagini, quelle che fanno da ponte fra il tempo che non mi è stato concesso e quello mio
Ti posso lasciare una traccia delle mie riflessioni sul tempo e sulla fotografia? le trovi qui:
http://curiosidelmare.splinder.com/post/15027553
Un caro saluto. Carlo
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7 dicembre 2011 at 5:56 PM
Conosco la tua passione e anche la bravura nei confronti della fotografia. Sono contenta della tua presenza qui, perciò a risentirci a presto Carlo!
Buona serata.
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22 dicembre 2011 at 11:54 am
un bellissimo libro che mi permetto di suggerirti sulla fotografia – se ancora non lo conosci – è “La camera chiara – di Roland Barthes.
chi c’è dietro l’ obiettivo e quale sguardo allora cercava in sé e fuori per scattare l’ istante è un dettaglio molto interessante e intrigante. concordo.
di passaggio un saluto.
paola
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22 dicembre 2011 at 1:15 PM
Il saggio di Barthes con le suggestioni di “studium” e “punctum” l’ho già letto e più di una volta. L’atto del fotografare è qualcosa che mi ha sempre interessata, ogni fotografia rappresenta, oltre a quello che si vede, anche chi ha scelto quello scatto e non un altro.
Grazie per essere passata di qui e buona giornata.
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29 giugno 2012 at 12:29 PM
scannarizzane qualcuna …magari potremmo vederle
un sorriso
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29 giugno 2012 at 6:16 PM
le ho scannerizzate, le ho sul desktop ma non so inserirle in un commento, vuol dire che ne farò un post a parte.
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1 settembre 2012 at 1:46 PM
E’ bello che ci siano fotografie vecchie nelle nostre case. Ci aiutano a ricordarci che il tempo passa, e che quello che facciamo oggi sarà il ricordo di domani. In casa mia abbiamo una scatola magica, se vuoi saperne un poco di più…http://thequietphotographer.wordpress.com/2012/02/24/a-magical-box/
ciao, robert
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1 settembre 2012 at 4:42 PM
E da quella scatola oggi non sarei più uscita!!
Dico sempre che in rete si naviga e qualche volta si ha la fortuna di approdare dolcemente, il tuo blog è un luogo incantato nel quale mi perderò molto spesso, anche per le immagini dell’Austria, una terra, alla quale mi lega il ricordo di un periodo felice della mia vita.
Un saluto a te
p.s.
seguo con attenzioni il tuo progetto.
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9 agosto 2014 at 4:54 PM
L’ha ribloggato su Controventoe ha commentato:
Che nostalgia di te, papà!
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10 agosto 2014 at 5:36 PM
Hai un tesoro, tienilo caro.
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10 agosto 2014 at 5:44 PM
Per me quelle foto lo sono davvero!
ciao giallo!!!
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