8 settembre 1943. Mia madre di vent’anni*

02 - Mamma adolescente
Unafotografia.

Fu l’unica cosa che mia madre portò con sé,

quando scappò dalla sua casa in fiamme

nell’autunno del 1943.

Aveva vent’anni,

nel suo quartiere i tedeschi avevano ucciso

civili inermi e bruciato ogni loro cosa.

La guerra attraversava la sua giovinezza,

distruggendone progetti e desideri.

Aveva voluto salvare quel cartoncino spiegazzato,

perché dimenticare l’orrore

sarebbe stato più facile che ricordare

che era stata bella ed incosciente

come lo sono i giovani e i loro sogni.  

Annamaria S.

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Tutto su mia madre

Si affaccia da una cornicetta
che ne circoscrive il volto puro
e guarda la finestra
che ritaglia il cielo
mia madre di vent’anni,
mia madre che sognava ancora
e le nascevano voli tra i capelli
mia madre occhi di marzo
con le tasche piene di paure,
lei che non cantava mai.
– Com’è che te ne innamorasti?-
-Fu il suo modo di incedere…-
Lui, principe di sabbia e pioggia,
lei, corolla spalancata in un deserto.

Blumy
La poesia è tratta dal sito lettere senza destinatario

*A neanche un mese dalla firma dell’armistizio dell’8 settembre del 1943, ad Acerra un gruppo di partigiani del luogo tentò di bloccare, con povere masserizie e carri agricoli, i potenti mezzi dei tedeschi in fuga. Fu una carneficina, i tedeschi bruciarono le case. I morti, tra uomini, donne e bambini, furono 75, 15 donne e 60 uomini. Sette di loro avevano da 1 a 9 anni e, 18, da 13 a vent’anni. Tutto ciò, lungo la via dove abitava mia madre con la sua famiglia. Da allora quella strada si chiamò Corso della Resistenza. Acerra è Medaglia d’oro al valor civile. Annamaria S.


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