Attendendo giorni distanti
e ascolto questo inverno
tra mura odiate, volute
e, amare, attese di pietra,
attese di un respiro che
non sarà mio mi diranno
di quella vita a cui
ho rinunciato. Mi diranno
di quelle distanze che
non ho saputo percorrere,
di quelle distanze che
non ho saputo coprire
con un gesto, un solo gesto,
d’amore.
E allora lascio questa poesia,
in questo inverno. Portala con te.
Ti prego
Pavely Areve
Trovata in rete, sconosciuto l’autore, è la prima cosa che leggo stamattina. E’ malinconica e triste come tutto ciò che poteva essere e non è stato. Ma è difficile, davvero, resistere a quel “Ti prego”
1 febbraio 2015 at 5:53 PM
Concordo….é straordinaria….
Chissà chi l’ha scritta…
Buona domenica
.marta
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1 febbraio 2015 at 6:32 PM
E chi lo sa?
Buona serata Marta!
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18 febbraio 2015 at 10:22 am
L’ha scritta il mio fidanzato. Si chiama Paolo Caponi.
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21 dicembre 2015 at 9:48 am
Ma dai…. posso dirvi grazie?
^-^
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